VEDERE la MUSICA - con la LIS la Musica diventa Segno

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La Lingua dei Segni Italiana (LIS) non è una forma semplificata della lingua parlata - come si potrebbe pensare - né un codice alternativo come il morse o il braille, ma una lingua autonoma con proprie regole grammaticali, sintattiche, morfologiche e lessicali. 

Si è sviluppata naturalmente come tutte le lingue e utilizza sia componenti manuali (configurazione, posizione, movimento delle mani) sia componenti non-manuali (espressione facciale, postura, etc.). Inoltre, presenta varianti regionali assimilabili ai dialetti delle lingue vocali. 

La LIS è fondamentale per garantire pari opportunità di comunicazione alle persone sorde, per le quali la lingua parlata rimane spesso una seconda lingua.

L’acquisizione della LIS è cruciale per lo sviluppo delle abilità linguistiche e intellettive dei bambini sordi. So però che alcuni genitori restano convinti erroneamente che ostacoli l'acquisizione dell'espressione vocale. Invece - nei bambini come negli adulti - l'apprendimento della LIS favorisce una maggiore consapevolezza della lingua vocale e della cultura di appartenenza. Inoltre, offre vantaggi pratici, permettendo la comunicazione in ambienti dove la lingua parlata risulta difficoltosa, come i luoghi con luce soffusa

Trattando questo argomento, credo sia importante sottolineare che le definizioni “sordomuto”, “audioleso” e “non udente” sono ormai da considerarsi scorrette. Con la legge n. 95 del 20 febbraio 2006, sono state sostituite dalle diciture corrette “persona sorda” o “sordo”, riflettendo un cambiamento di prospettiva inclusivo e rispettoso.

Nonostante l’importanza della LIS, l’Italia ha riconosciuto ufficialmente questa lingua solo il 19 maggio 2021, colmando un ritardo significativo rispetto ad altri Paesi europei. Questo riconoscimento è stato il risultato di una lunga battaglia della comunità sorda, rappresentando una conquista di civiltà non solo per le persone sorde, ritengo, ma per tutta la società.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la lingua dei segni non è universale: ogni comunità di sordi ha sviluppato la propria lingua, strettamente legata alla cultura del Paese di appartenenza. 

La ricerca linguistica sulla LIS ha iniziato a svilupparsi in Italia solo negli anni Ottanta, mentre il primo studio di riferimento sulla lingua dei segni americana (ASL) è stato pubblicato da William C. Stokoe nel 1960.

Un’importante apertura alla LIS nel contesto culturale italiano si è verificata nel 2020, quando per la prima volta il Festival di Sanremo è stato interamente tradotto nella lingua dei segni, grazie al lavoro di 15 performer RAI.

Dal punto di vista neuroscientifico, studi condotti da ricercatori della New York University e della San Diego State University, pubblicati su "Scientific Reports", dimostrano che le stesse aree cerebrali coinvolte nella produzione di frasi complesse nel linguaggio parlato sono attive anche durante la costruzione di espressioni linguistiche nella lingua dei segni

La ricerca ha evidenziato che, sebbene i meccanismi di articolazione siano diversi (mani per la LIS, apparato vocale per la lingua parlata), il processo di pianificazione del linguaggio è governato dagli stessi circuiti neurali, situati nell'emisfero sinistro (in particolare nella corteccia temporale anteriore e nella corteccia ventromediale). 

Questo conferma che il linguaggio umano, indipendentemente dal canale di trasmissione, è radicato in una rete neurale comune.

A mio parere, un esempio particolarmente poetico di questa interconnessione tra linguaggio visivo e musicale è la traduzione in LIS delle canzoni, come avvenuto al Festival di Sanremo per artisti come Massimo Ranieri e Giorgia. 

Vedere il cantante eseguire il brano mentre l’interprete LIS ne trasmette il significato - attraverso il movimento e l’espressività - rende visibile la musicalità in una forma diversa, accessibile e suggestiva.

Questo dimostra, io credo, come la lingua dei segni non sia solo un mezzo di comunicazione, ma - grazie alla musica - diventi anche un potente veicolo artistico ed emozionale. Così come accade alla lingua vocale quando si esprime attraverso una canzone.

Per chi fosse interessato a lavorare in questo ambito, esistono corsi di formazione per diventare Assistenti alla Comunicazione oppure Interpreti LIS. Inoltre, sono disponibili corsi specifici per gli insegnanti. Questi percorsi formativi sono organizzati in molte province italiane e offrono l'opportunità di acquisire le competenze necessarie per favorire l'accessibilità e l'inclusione delle persone sorde. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito dell’Ente Nazionale Sordi (ENS).

Inoltre, alcune università italiane propongono corsi di laurea triennale in Interpretariato e Traduzione in Lingua dei Segni Italiana, come l'Università degli Studi di Milano. Questi programmi accademici mirano a formare professionisti altamente qualificati nel campo dell'interpretariato LIS.

Alla luce di quanto condiviso, penso di poter concludere che Lingua dei Segni Italiana non sia esclusivamente una lingua della comunità sorda, ma rappresenti un patrimonio linguistico e culturale di tutti e per tutti, capace di arricchire l’espressività e l’inclusione nella società.

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Copyright (c) L'Anticamera del Cervello. Testi protetti dalla Legge n. 399 del 20 giugno 1978

Fonti:
- Blanco-Elorrieta, E., Kastner, I., Emmorey, K., & Pylkkänen, L. (2018). Shared neural correlates for building phrases in signed and spoken language. Scientific Reports, 8(1), 5492.
- Stokoe, W. C. (1960). Sign Language Structure: An Outline of the Visual Communication System of the American Deaf.

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IL BURNOUT (O STRESS CRONICO SUL LAVORO) MODIFICA IL CERVELLO?


 
Se pensate che ci si possa sottoporre ad uno stress continuativo e a lungo termine nell’ambiente lavorativo senza riportare conseguenze, ripensateci. 

Un'interessante ricerca scientifica mette in luce infatti alcune gravi conseguenze neurologiche del burnout, ossia dello stato di stress cronico sviluppato in ambito lavorativo che porta ad esaurimento dell’energia mentale e a sentimenti di inefficacia

Secondo lo studio, condotto da Armita Golkar, Ph.D. (Dottorato di Ricerca) presso il Karolinska Institute di Svezia e citato dalla Association for Psychological Science, il burnout modifica i circuiti neurali nel cervello e compromette la capacità delle persone di far fronte alle situazioni stressanti.

In altre parole, si tratta di un circolo vizioso: più stressati si è, più è difficile affrontare nuovi fattori di stress in futuro. 

Per lo studio, i ricercatori hanno reclutato 40 partecipanti con sintomi di burnout diagnosticati. Tutti i soggetti hanno attribuito la loro condizione ad un prolungato stress lavoro-correlato: essi infatti avevano lavorato dalle 60 alle 70 ore a settimana continuativamente e nel corso di diversi anni. 

I ricercatori hanno anche reclutato 70 partecipanti sani che non avevano mai sofferto di stress cronico per fungere da gruppo di controllo. 

Tutti i soggetti hanno eseguito un compito di regolazione emozionale: hanno guardato delle immagini neutre e delle immagini negative ed è stato chiesto loro di sopprimere o intensificare o mantenere la propria risposta emotiva

Mentre i partecipanti stavano guardando le foto, gli sperimentatori hanno prodotto un suono inaspettato e forte e misurato la reazione dei soggetti allo stimolo attraverso degli elettrodi posti sulle guance. 

I risultati hanno mostrato che gli individui che soffrivano di burnout avevano avuto più difficoltà a sopprimere le loro reazioni al suono forte. In altre parole, le persone già stressate hanno maggiori difficoltà ad affrontare nuovi fattori di stress

I ricercatori hanno anche effettuato la scansione del cervello dei partecipanti mentre erano seduti in silenzio ed hanno scoperto che l'amigdala, una parte dell’encefalo associata con la paura e l'aggressività, era più grande tra i soggetti del gruppo di burnout. I partecipanti più stressati mostravano anche forti connessioni tra l’amigdala e le aree del cervello collegate allo stress emotivo.

Per quanto concerne il motivo per cui le persone con burnout avevano maggiori difficoltà a regolare le loro emozioni, le scansioni del cervello hanno rivelato che avevano connessioni più deboli tra l'amigdala e la corteccia prefrontale mediale, una zona del cervello associata con le funzioni esecutive, vale a dire con le funzioni cerebrali deputate al controllo e alla pianificazione del comportamento

Questi risultati hanno implicazioni significative per il benessere dei lavoratori con burnout. I ricercatori affermano infatti che la difficoltà a sopprimere le emozioni negative potrebbe renderli più vulnerabili ai sintomi della depressione

Fortunatamente, esistono dei metodi per gestire lo stress professionale prima che questo crei problemi più gravi. L’esperta di stress Kathleen Hall promuove per esempio negli Stati Uniti il sistema ACE (acronimo di Awareness-Choice-Experience; in italiano: Consapevolezza-Scelta-Esperienza), un programma terapeutico che comporta la presa di consapevolezza dei propri attivatori di stress, la scelta di uno di questi al fine di intervenire e alleviare la tensione e quindi lo sperimentare la cura di sé.  

Questo è solo uno dei diversi programmi che hanno origine dai risultati scientifici e che sono strutturati in un corso individuale o di gruppo che il lavoratore può seguire come intervento di cura o di prevenzione del burnout, attraverso la guida di uno Psicologo esperto in tecniche di gestione dello stress. 

Hall suggerisce inoltre al lavoratore a rischio di burnout di parlare con il proprio supervisore in merito alla questione, poiché la maggior parte dei responsabili di risorse umane è ormai ben consapevole che lo stress lavoro-correlato può compromettere le prestazioni dell’intera azienda nel lungo periodo e conseguentemente è disponibile ad individuare soluzioni per contenerlo. 


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Per saperne di più…
http://ki.se/start   / 
http://journals.plos.org/plosone/

Golkar, A., Johansson, E., Kasahara, M., Osika, W., Perski, A., & Savic, I. (2014). The influence of work-related chronic stress on the regulation of emotion and on functional connectivity in the brain. PloS one, 9(9), e104550.

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Quiz - QUAL è IL TUO RAPPORTO CON LA PIGRIZIA? Scopri il profilo


Volete scoprire se la pigrizia è per voi un ostacolo o una risorsa per trovare soluzioni geniali?!?

Leggete bene le istruzioni all'inizio del Quiz, rispondete a tutte le domande e alla fine potrete leggere il vostro Profilo personale.
 
Il quiz è anonimo: le risposte sono salvate senza nessun dato sensibile.
Buon divertimento! 😊

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RAGAZZE SOPRAVVISSUTE ALLA PERSECUZIONE NAZISTA - 3 biografie di speranza

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Tre letture che consiglio ad adulti e ragazzi, dai 14 anni fino a tarda età, per comprendere come possa cambiare la vita - a cui siamo abituati e che spesso diamo per scontata - in un istante; e per rendersi conto di ciò che si prova a subire violenze da cui non ci si può difendere

Biografie che raccontano storie vere di chi non si è arreso, attraverso le quali si può attingere ad energie nuove, soprattutto quando si è particolarmente giù di morale o con un tono dell'umore depresso.

Letture adatte anche ai lettori tra gli 11 e i 13 anni, se condivise con un adulto, per potenziare le capacità empatiche.

Di notte sognavo la pace di Carry Ulreich


La storia vera di una ragazzina - Carry - che a soli 15 anni dovrà subire tutte quelle restrizioni imposte con violenza dal nazismo agli ebrei negli anni '40 in Olanda: la requisizione delle biciclette e delle radio, l'indicazione degli orari in cui poter uscire di casa, l'apposizione della stella di David sugli abiti.

Come successe alla coetanea Anna Frank, anche per Carry e per la sua famiglia arrivò la salvezza da parte di alcuni amici che li ospitarono, nascondendoli dalle retate naziste per la deportazione nei campi di concentramento.

Lei però - a differenza di Anna - ebbe un lieto fine e oggi possiamo leggere il suo diario di guerra sapendo che riuscì a salvarsi dallo sterminio.

Nonostante le difficoltà, il diario di Carry è dunque una testimonianza di speranza e resilienza umana, mostrando come le persone possano mantenere la loro umanità e speranza anche nelle circostanze più difficili.

Una donna può tutto di Ritanna Armeni

Il libro offre storie ispiratrici di donne che hanno sfidato le convenzioni sociali e i pregiudizi di genere per diventare eroine di guerra, mettendo in luce il loro spirito indomabile.

È la storia delle cosiddette "streghe della notte" che negli anni '40 pilotarono biplani - fragili ma agili - contro le truppe dello spaventoso Terzo Reich. 

Si trattava di donne soldato sovietiche, aviatori che con estremo coraggio, combatterono dal cielo durante la Seconda Guerra Mondiale. 

Affrontarono sul campo di battaglia la dittatura nazista, ma anche i pregiudizi dei compagni maschi che non credevano nelle loro capacità; alla ricerca di un riscatto che potesse condurre alla vera parità di genere.

6 campi. Sopravvissuta a Terezín, Auschwitz, Kurzbach, Gross-Rosen, Mauthausen e Bergen-Belsen di Zdenka Fantlová


A 95 anni Zdenka scrive questo libro: la storia vera della sua vita da quando aveva 17 anni ed è stata deportata in campo di concentramento. 

Cittadina della Boemia - oggi Repubblica Ceca - questa ragazzina più precisamente si ritrova negli anni '40 a fare il macabro tour dei campi di concentramento

Deportata prima a Terezin verrà poi trasferita ad Auschwitz; sarà spostata a Kurzbach e poi al campo Gross-Rosen passando successivamente per Mauthausen e infine rimanendo prigioniera a Bergen-Belsen fino alla Liberazione da parte degli inglesi.

Il fatto che si sia salvata ha qualcosa di miracoloso; purtroppo unica sopravvissuta della sua famiglia. Questo libro è la sua testimonianza

Il libro fornisce un resoconto personale e diretto di un periodo storico drammatico, mettendo in luce le emozioni e le esperienze individuali che spesso vengono trascurate nelle narrazioni storiche più generali.

In sintesi, leggere questi tre libri - o anche solo uno - può offrire una comprensione più profonda di diverse esperienze umane, storiche e sociali, arricchendo il lettore con storie di coraggio, resilienza e speranza.

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TEA 1+1

DOMANDE A CHI SOFFRE DI DEPRESSIONE - Intervista da Profiler




Come stai?

Sto attraversando un periodo difficile. 

Mi sento costantemente sopraffatto dalla tristezza e dalla mancanza di energia. È come se ci fosse un peso costante sulle mie spalle che rende difficili anche le attività quotidiane più semplici. 

Non riesco a trovare piacere nelle cose che una volta mi facevano felice e mi sento isolato anche quando sono circondato da persone. È una lotta costante, ma sto cercando di affrontarla giorno per giorno.

Ci sono momenti in cui ti senti meglio?

Sì, ci sono momenti in cui riesco a sentirmi un po' meglio. 

A volte, durante la giornata, riesco a distogliere la mente dalle mie preoccupazioni e a trovare un breve sollievo. Potrebbe essere guardando un film che mi piace, parlando con qualcuno di vicino o impegnandomi in un'attività che mi distrae temporaneamente. 

Questi momenti di sollievo sono importanti perché mi danno la speranza che le cose possano migliorare e mi permettono di continuare a lottare contro la depressione.

Qual è la tua visione del futuro?

La mia visione del futuro è spesso oscurata dalla depressione. Mi trovo ad affrontare una serie di pensieri negativi e preoccupazioni costanti riguardo a ciò che potrebbe accadere. 

È difficile immaginare un futuro luminoso o pieno di speranza quando mi sento così sopraffatto dalla tristezza e dalla mancanza di energia. Talvolta, provo un senso di disperazione e mi sembra che le cose non possano mai migliorare. 

Tuttavia, cerco di aggrapparmi a qualsiasi piccolo segno di speranza o di miglioramento, cercando di immaginare un futuro in cui possa trovare pace e serenità.

Come descriveresti il tuo passato?

Il mio passato è segnato da alti e bassi

Ci sono stati periodi in cui ho affrontato sfide difficili e situazioni che hanno contribuito alla mia depressione. In quei momenti, ho lottato con sentimenti di tristezza profonda, disperazione e una mancanza generale di interesse per le cose che una volta mi piacevano. 

Allo stesso tempo, ci sono stati momenti di gioia e realizzazioni personali che mi hanno dato speranza e mi hanno tenuto in piedi. 

Guardando al passato, vedo una serie di alti e bassi emotivi, con la depressione che ha influenzato profondamente la mia esperienza di vita.

I tuoi familiari e amici hanno capito la tua condizione di depressione?

Spesso spiegare la propria condizione in modo aperto e onesto può aiutare i familiari e gli amici a capire meglio cosa stai affrontando e come possono supportarti

La sensibilizzazione e l'educazione sulle malattie mentali sarebbero cruciali per migliorare la comprensione e ridurre lo stigma associato alla depressione... peccato che raramente questi argomenti vengano affrontati con i ragazzi.

Hai mai pensato al suicidio?

Sì, purtroppo il pensiero del suicidio fa parte della mia esperienza con la depressione. 

A volte mi sento così sopraffatto dalla tristezza e dal dolore emotivo che penso che la morte potrebbe essere l'unica via di uscita dai miei sentimenti. 

Questi pensieri possono essere spaventosi e angoscianti e mi lasciano con una sensazione di disperazione e isolamento. È una battaglia costante cercare di gestire questi pensieri e trovare motivi per andare avanti.

Come ti stai curando?

Sto cercando di curarmi attraverso diversi approcci: 

sto seguendo una psicoterapia cognitivista-comportamentale che mi aiuta a identificare e cambiare i modelli di pensiero negativi che alimentano la mia depressione; 

sto assumendo farmaci antidepressivi prescritti dal mio psichiatra per aiutare a riequilibrare quelli che mi hanno spiegato essere i neurotrasmettitori nel mio cervello; 

mi sto avvalendo del sostegno di familiari e amici che mi sono vicini, cercando di condividere con loro ciò che sto attraversando e ricevere il loro sostegno emotivo; 

sto cercando di prendermi cura di me stesso praticando attività che mi piacciono, come camminare all'aria aperta, leggere o ascoltare musica rilassante; 

sto imparando tecniche di gestione dello stress e di mindfulness attraverso la meditazione e la respirazione profonda per aiutarmi a ridurre l'ansia e il senso di oppressione.

Questo percorso non è facile e ci sono alti e bassi, ma sto cercando di rimanere impegnato nel processo di guarigione e di trovare modi sani per affrontare la mia depressione giorno dopo giorno.

Pensi che un giorno potrai uscire dal buco nero della depressione?

Sì, anche se può sembrare impossibile al momento, tengo viva la speranza che un giorno potrò uscire dal buco nero della depressione. 

So che è un percorso difficile e che ci vorrà tempo, pazienza e impegno costante. Sto lavorando duramente, con l’aiuto dei miei cari e degli specialisti, per affrontare la depressione, imparare a gestire i miei pensieri e sentimenti in modi più sani e costruttivi. 

Credo che con il trattamento adeguato, il sostegno emotivo e la mia determinazione personale, ci sia una luce alla fine di questo tunnel. È un cammino difficile, ma continuo a sperare che un giorno sarò in grado di sentirmi meglio e di vivere una vita più piena e soddisfacente.

Come ti ha aiutato la psicoterapia?

La psicoterapia mi ha aiutato in diversi modi nel percorso della mia depressione.

Attraverso la psicoterapia, ho avuto l'opportunità di esplorare i miei pensieri e sentimenti più profondi, compresi quelli negativi che contribuiscono alla mia depressione.

La terapeuta mi ha aiutato a identificare modelli di pensiero distorti o autodistruttivi, permettendomi di comprendere meglio le radici della mia condizione.

Ho imparato tecniche e strategie pratiche per affrontare la depressione e gestire i sintomi quando si presentano. Queste includono metodi di rilassamento, tecniche di mindfulness e approcci per riconoscere e depotenziare i pensieri automatici negativi.

La terapeuta mi ha fornito un ambiente sicuro e non giudicante in cui poter esprimere i miei sentimenti più profondi. Questo ha contribuito a ridurre il senso di isolamento e mi ha fatto sentire compreso e supportato.

Ho lavorato sulla comunicazione efficace delle mie emozioni e dei miei bisogni con gli altri. Questo mi ha aiutato a stabilire relazioni più sane e a ricevere il sostegno di cui ho bisogno dagli altri.

La psicoterapia mi ha insegnato strategie per prevenire le ricadute depressive e gestire eventuali periodi di crisi in modo più efficace.

Davvero, la psicoterapia è stata fondamentale nel mio percorso di guarigione dalla depressione, fornendomi gli strumenti e il supporto necessari per affrontare la malattia in modo più positivo e costruttivo.

Cosa diresti a chi soffre di depressione, ma non pensa di poter guarire?

Se stai affrontando la depressione e senti che non ci sia speranza di guarigione, vorrei dirti alcune cose.

Anche se può sembrarti impossibile al momento, la depressione è una malattia trattabile. Con il giusto supporto, trattamenti adeguati e impegno personale, molte persone riescono a gestire e superare la depressione.

Molti altri hanno affrontato e superato la depressione. È importante ricordare che non sei solo/a in questa lotta. Parla con altre persone che hanno passato esperienze simili o unisciti a gruppi di supporto dove puoi condividere le tue esperienze e ricevere sostegno.

La psicoterapia, i farmaci antidepressivi e altre forme di supporto sono efficaci nel trattare la depressione. Cerca aiuto da un professionista della salute mentale qualificato – specialista in psicoterapia o in psichiatria - che possa personalizzare un piano di trattamento adatto alle tue esigenze.

La strada verso la guarigione può essere lunga e irregolare. Concentrati su piccoli passi e obiettivi realistici ogni giorno. Ogni passo avanti, anche se piccolo, ti avvicina sempre di più al benessere.

La depressione può farti sentire come se le tue emozioni e la tua esperienza non fossero degne di attenzione. Ma è importante riconoscere che i tuoi sentimenti sono reali e che meriti di ricevere aiuto e supporto per affrontarli.

Anche quando sembra tutto buio, tieni viva la speranza che le cose possano migliorare. Ci sono persone e strumenti disponibili per aiutarti a superare questo momento difficile.

Se pensi di non poter guarire, cerca il sostegno di amici, familiari o professionisti della salute mentale come ho fatto io. Con il tempo e con il giusto trattamento, è possibile vivere una vita un po' più piena e soddisfacente, nonostante la depressione.

- Con questo post non è stata violata la privacy di nessuno. Lo scopo della pubblicazione è: quello di sensibilizzare la pubblica opinione e aiutare a capire come si sente una persona con depressione; e quello di far sentire meno solo e impotente chi ne soffre. -

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Immagine: HolgersFotografie

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BONUS PSICOLOGO '24/'25 - LE CURE COME UN LUSSO

 

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Sono state pubblicate le graduatorie del bonus psicologico: sul sito dell’INPS è ora possibile verificare, per chi ne ha fatto richiesta, se si è beneficiari o meno. 

Gli aventi diritto potranno usufruire del contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia. Le graduatorie sono state stilate tenendo in considerazione l’ISEE e, in caso di parità del valore, l’ordine cronologico di presentazione delle domande.

 

Ecco la procedura per verificare se si ha diritto al bonus:

•⁠ ⁠accedere al sito e nel campo di ricerca digitare bonus psicologo”;
•⁠ ⁠selezionare il risultato “Contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia – Bonus psicologo”;
•⁠ ⁠cliccando su “Utilizza il servizio” si accede alla propria area e, una volta autenticati, si può visionare l’esito della richiesta.

 

Chi ne ha diritto potrà visionare l’importo del contributo, che dovrà essere impiegato entro 270 giorni dalla pubblicazione delle graduatorie.

 

Attenzione! È possibile usufruire del Bonus solo se la prima seduta si terrà entro 60 giorni dall’assegnazione del contributo. Allo scadere del termine di 60 giorni, il beneficio decadrà e verrà riassegnato con lo scorrimento della graduatoria.

David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine degli Psicologi, ha commentato le graduatorie pubblicate dall'INPS relative al bonus psicologo, evidenziando la grande domanda di sostegno psicologico da parte dei cittadini. 

Nonostante le 800 mila richieste in due anni, il bonus è in grado di soddisfare solo una piccola parte di questa domanda a causa dei limitati fondi disponibili

Lazzari sottolinea che la politica deve fornire risposte concrete invece di affidarsi a slogan e proclami. Egli critica il Governo italiano per il fatto che considera la figura dello psicologo come un lusso, nonostante sia dimostrato che ogni euro speso in interventi psicologici generi significativi risparmi economici per lo Stato.

C'è appena stato, in seconda battuta, un aumento a 12 milioni (due in più) dello stanziamento per il bonus, presentato dal senatore del Partito Democratico Filippo Sensi, riformulato dal Governo e inserito nel decreto Omnibus. Vedremo quali saranno le statistiche, ma comunque è probabile che anche quest'anno vengano accolte non più del 10% delle domande.

Però di conseguenza chi è in graduatoria è bene che verifichi la possibilità di essere 'ripescato'

Aggiungo - a commento delle parole del presidente - che evidentemente in Italia, curare la propria salute mentale è un lusso sì e non un diritto/dovere

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Fonte intervista Orizzonte Scuola e fonte istruzioni bonus Newsletter Ordine Psicologi. Immagine di Elf-Moondance

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ANTHONY HOPKINS: L'ALCOOL È UN KILLER, MA C'È UNA VIA D'USCITA - Video

Un messaggio, a mio parere, coinvolgente e pieno di speranza da Sir Anthony Hopkins. ✨ 

L'attore ha condiviso la sua storia di sobrietà, rivelando come 49 anni fa abbia deciso di cambiare vita.


Buongiorno, buon 29 dicembre! 29?!? Perché 29?

Beh, 49 anni fa, in data di oggi, ho smesso...

E mi stavo divertendo un mondo.

Ma poi ho capito che ero nei guai perché non ricordavo niente e guidavo la macchina… ubriaco, fuori di testa.

Poi in quel giorno fatale ho capito che avevo bisogno di aiuto, quindi l'ho ottenuto. Ho telefonato a un gruppo di persone come me, alcolizzate e… basta, è finita.

Comunque mi sono divertito più di prima in questi 49 anni.

Se hai un problema… divertirti è meraviglioso, bere va bene. Ma se hai un problema con l'alcol, con le quantità, c'è l’aiuto. Non è un problema terribile. È una condizione… se sei allergico all'alcol. Fatti aiutare.

Ho ricevuto un sacco di aiuto. Una cosa che non avevo capito è che non ero l’unico. Ci sono migliaia di persone intorno a me.

Comunque, sono diventato sobrio e sembra una parola noiosa. Ma ho avuto una vita meravigliosa!

Mi assumono ancora, mi danno ancora lavoro.

Tra due giorni compirò 87 anni. Quindi festeggio la mia lunga vita; inaspettatamente lunga vita.

Quindi se hai un problema, saprai dove andare. Partecipa a qualsiasi intergruppo, al programma in dodici fasi, a qualsiasi cosa tu possa fare. Perché è una cosa micidiale, l’alcool è un killer.

Detto questo, Buon Anno!!!

[Traduzione personale]

L'icona del cinema mondiale, Anthony Hopkins è uno dei miei attori preferiti; ha incantato il pubblico con le sue interpretazioni memorabili. Dai successi teatrali alle pellicole che hanno fatto la storia del cinema, la sua carriera è costellata di riconoscimenti. Due Premi Oscar e una miriade di altri premi ne attestano il talento inconfondibile.

Aldilà del successo sul grande schermo, Anthony Hopkins ha dimostrato di essere un'anima poliedrica. Appassionato di pittura, musica e impegnato in diverse cause umanitarie, l'attore britannico è un esempio di come talento e umanità possano coesistere. La sua scelta di sobrietà e il suo impegno per l'ambiente sono un'ulteriore fonte di ispirazione, credo, per tutti.

Ho capito che non ero l'unico, ha spiegato Hopkins nel video che ha condiviso, sottolineando l'importanza di chiedere aiuto e di non affrontare il problema della dipendenza da soli.

Se, tra chi legge, c'è chi sta lottando contro l'alcolismo, non esiti a cercare supporto. Riporto di seguito alcune risorse che possono essere utili.

Chiunque stia affrontando un problema di alcolismo può trovare supporto tramite associazioni di Auto Mutuo Aiuto (Ama) e attraverso un percorso terapeutico personalizzato. Ecco alcune opzioni principali:

  • Alcolisti Anonimi (Aa) - Gruppo di auto-mutuo aiuto per persone con problemi di alcolismo, che si incontrano in forma anonima per condividere esperienze e supportarsi nel superare la dipendenza. L’anonimato garantisce uguaglianza tra i membri e uno spirito di servizio disinteressato. Quando Hopkins dice: programma in dodici fasi, si riferisce a questi gruppi.

  • Associazione Italiana dei Club Alcologici Territoriali (Aicat) - Promuove il cambiamento di comportamenti legati all’alcolismo non solo per l’individuo e la sua famiglia, ma anche per la comunità. I Club Alcologici Territoriali (Cat) coinvolgono alcolisti, familiari e volontari in un percorso di recupero condiviso.

  • Al-Anon e Alateen (a cui fa riferimento Hopkins quando parla di intergruppi):

    • Al-Anon - Aiuta le famiglie e gli amici di alcolisti a superare gli effetti negativi della dipendenza di una persona cara.
    • Alateen - Programma di supporto dedicato agli adolescenti con familiari alcolisti.
  • Telefono Verde Alcool (Istituto Superiore di Sanità): 800 632000. Un servizio informativo attivo dal lunedì al venerdì (10:00-16:00) per orientare verso i Servizi pubblici per le Dipendenze (SerD) sul territorio.

  • Psicoterapia privata e supporto medico - Un percorso terapeutico con uno psicoterapeuta in ambito privato può essere molto utile (per lavorare individualmente sui comportamenti autodistruttivi, sulle ragioni che li alimentano e per mantenere nel tempo i risultati raggiunti) ed è coperto dal segreto professionale; ma è essenziale che sia affiancato dalla partecipazione regolare a un gruppo di auto-mutuo-aiuto e dal monitoraggio medico (per l'eventuale somministrazione di farmaci), soprattutto durante la fase di disintossicazione. Pubblico, associazioni e privato possono e dovrebbero collaborare, nell'interesse esclusivo del/della paziente, al fine di fornire un trattamento completo e massimizzare così l'efficacia ed il mantenimento della sobrietà nel tempo.

Queste risorse offrono opportunità concrete per affrontare la dipendenza e costruire un percorso di recupero solido e duraturo.

La storia che Anthony Hopkins ha condiviso con noi è una storia di rinascita. Dopo aver superato le difficoltà legate all'alcolismo, l'attore ha trovato una nuova forza e una nuova vita. La sua testimonianza è un messaggio di speranza per tutti coloro che lottano contro le dipendenze.

Una selezione dei film di Antony Hopkins

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