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IN MONTAGNA L’INTRUSO È L’UOMO, IMBRACCIA LE ARMI PER IGNORANZA - Commento a La Stampa


Riporto alcune parole di Mauro Corona - scrittore, alpinista e scultore - a commento della soppressione dell'orsa che in Trentino aveva aggredito un uomo che l'aveva colpita con un bastone, mosso probabilmente dallo spavento nell'averla incontrata sulla sua strada. 
Quest'ultimo ha affermato: "Ma perché l’hanno uccisa? Non dovevano. La dovevano portare via e basta". 

Così poi commenta Corona:
"Prima ripopolate le montagne con gli orsi spendendo un sacco di quattrini pubblici e poi li condannate a morte. [...] Assurdo non credete? [...] 

Gli animali selvatici non stanno alle nostre regole, questa è la loro colpa. [...]
È un problema di ignoranza. [...]
Sono almeno trent’anni, dico trent’anni, che chiedo ai governanti, allo Stato, non so più a chi, di farla studiare a scuola la montagna. [...] 

Potremmo allargare il campo di questa bella soluzione. Un morto sulle strisce pedonali? Uccidiamo gli autisti. [...]
Ma che modo è di ragionare? Siamo dunque noi gli animali intelligenti? Ma lo sa la gente che l’ultimo uomo ucciso da un orso sulle Alpi risale a 110 anni fa? E sa che ogni anno quanti uomini si ammalano per la puntura delle zecche e quanti ne muoiono? [...]
Mancanza di sapere curata con il piombo dei fucili. [...]".

Ma non è successo solo con gli orsi in Trentino.

Dato che non si vedevano cervi da 40 anni in Piemonte dalle mie parti e ora si incontrano spesso lungo le strade, è ovvio che da qualche anno sono stati forzatamente reintrodotti
Come affermato anche da un portavoce dell'Osservatorio regionale sulla fauna selvatica della Regione: ''Le operazioni di immissione a scopo venatorio dei decenni passati, spesso non giustificate da esigenze ecologiche, hanno interessato anche due specie alloctone: il daino e il muflone''.
Per poi denunciarne una sovrappopolazione che, causando danni, dev'essere contenuta con gli abbattimenti. Così i cacciatori sono autorizzati ad abbattere più capi, magari anche al di fuori della stagione venatoria. In tal modo però vengono alterati gli equilibri naturali. 

Questi non sono argomenti che dovrebbero interessare soltanto chi si definisce animalista: qui è questione di difendere l'ambiente naturale
E a meno che qualcuno non sia convinto di poter vivere in un ecosistema alterato senza portarne le conseguenze sulla salute, penso che converrebbe a tutti proteggere il nostro Pianeta. Cercando di fermare tutti quelli che, a proprio uso e consumo, ne vogliono alterare gli equilibri naturali.

Le popolazioni di prede vengono contenute naturalmente dai predatori
Se qualcuno in Italia non volesse assurdamente abbattere anche i lupi (la cui popolazione sta faticosamente ricrescendo dopo essersi quasi estinta nel nostro Paese), questi branchi, insieme alle volpi, terrebbero sotto controllo naturalmente le popolazioni di cervi (piuttosto che attaccare gli allevamenti di pecore).

Ovvio che i predatori naturali del cervo sarebbero altri, dato che non è una specie autoctona, ma si tratta comunque di ungulati e, come afferma il Wwf: ''Il lupo è un "selettore naturale" per il controllo delle popolazioni di ungulati''.

Come riportato da una pubblicazione divulgativa rilasciata dal parco d'Abruzzo che svolge ricerca etologica sul lupo in Italia: ''la dieta del lupo è composta da cinghiali, caprioli, cervi, roditori e, occasionalmente, bestiame domestico. In mancanza di prede non disdegna carcasse, bacche e frutta selvatica''.

I lupi in Italia, come tutti gli altri lupi nel mondo, vivono in branchi: ''il lupo è, prima di tutto, un animale sociale: la sua vita è imperniata sulla continua interazione con i suoi compagni di branco e un lupo solitario ha vita molto breve e avvilente''. E ancora si legge: ''Il branco è essenziale, oltre che per la difesa del territorio, anche e soprattutto per inseguire e cacciare le grandi prede che sono l’alimento principale del lupo''. 
In particolare, in base a osservazioni scientifiche nel parco: ''Le prede selvatiche più utilizzate sono il cinghiale (fino al 42% di ricorrenze nella dieta), il capriolo (fino al 27%) ed il cervo (fino al 24%), sebbene con differenze rilevanti da branco a branco ed anche su base stagionale''.
Ed è specificato: ''La caccia, d’altra parte, è l’attività centrale della vita di un lupo: il lupo preferisce prede di grandi dimensioni ma si adatta anche a quelle di piccole o piccolissime dimensioni come roditori''.

Rispetto poi alla conservazione del lupo in Italia, ma potremmo anche estendere questa indicazione anche ai casi di altre specie - come anch'io ho cercato di spiegare sopra: ''Se habitat, popolazioni animali e vegetali, o specie tra loro diverse, continuano ed essere viste come entità separate o manipolate unicamente in funzione degli interessi antropici, e non come elementi all’interno di un complesso sistema di interrelazioni ecologiche, esse continueranno ad  essere gestite come entità separate con il rischio di commettere gravi errori gestionali; il rischio è anche quello di compromettere il reale valore intrinseco (ecologico, scientifico) dei processi naturali''.

Ecco perché occorre avere una visione più ampia di quella di tanti politici e di chi pratica la caccia come sport e tener conto dell'intero ecosistema: prede e predatori.

Tra l'altro i lupi vengono spesso additati come predatori di animali di allevamento; in realtà: ''Ricostruendo i pattern di predazione dei lupi muniti di collare satellitare nei mesi invernali, gli eventi di predazione sono stati unicamente rivolti a prede selvatiche, mentre l’alimentazione su domestici è da fare risalire al consumo di carcasse preesistenti sul territorio (necrofagia)''.

In qualsiasi enciclopedia di etologia poi si può leggere che tutte le volpi, nelle varie specie, hanno una dieta varia che consiste di piccoli ungulati, conigli, lepri, roditori e uccelli, ma anche di invertebrati come scarafaggi, cavallette e lombrichi. Dunque le volpi possono anche predare un cucciolo appena nato o malato di cervide.

E' che purtroppo di predatori non ce ne sono abbastanza a causa della caccia, del bracconaggio e di altri interventi da parte dell'uomo (come la proposta da parte di alcuni politici - anche per il lupo e per la volpe - di pianificare un abbattimento controllato). 

Lasciando che la popolazione del lupo aumenti naturalmente (ora sottopopolato), vietandone la caccia e il bracconaggio, altrettanto naturalmente diminuirà anche la popolazione di cervi
Sarebbe una soluzione efficace in tempi brevi dato che la gestazione del lupo dura 2 mesi e i cuccioli sono da 2 a 6 per parto. Dopo 2 mesi di vita i piccoli iniziano ad imparare a cacciare. 
Ne è la prova per esempio il parco d'Abruzzo dove il lupo è protetto e il numero di cervi è naturalmente contenuto

Lo ripeto: la natura si regola da sola; non ha bisogno dell'intervento dei fucili.
Inoltre con l'abbattimento non si risolve un bel niente. Senza predatori, i cervi torneranno in sovrannumero.

Ma con orsi, lupi e volpi ed anche cervi, vipere, cinghiali, api, zecche, come potremo ancora passeggiare sereni per i boschi, in montagna o in campagna, senza temere per la nostra vita?

Gli animali selvatici non attaccano l'uomo se non si sentono minacciati nella loro incolumità (propria o della prole). Attaccano solo per difesa. Per il resto, hanno paura dell'uomo e stanno alla larga.  Certo, anche la puntura di una piccola ape può uccidere se si è allergici, ma con un po' di accortezze, si può evitare di esser attaccati da uno sciame intero.

Tornando all'intervista rilasciata da Corona, chi non ha avuto come me la fortuna di avere parte della propria famiglia che vive da sempre in montagna, dovrebbe esser messo nelle condizioni di imparare - fin da bambino - a rapportarsi all'ambiente naturale
Non solo per evitare di mettersi in situazioni a rischio per la propria integrità fisica (quanti ogni autunno hanno incidenti anche mortali in occasione della raccolta funghi!?!), ma anche per godere appieno del contatto con la natura senza paure fini a se stesse.


Essendo dottore di ricerca (Ph.D), so bene che per risolvere questioni complesse come queste, occorrerebbe rivolgersi ai tanti bravi ricercatori in campo etologico che abbiamo in Italia. Questi sono anche quelli che fanno consulenza scientifica alle organizzazioni ambientaliste e che lavorano nei Parchi protetti
Ho cercato di riportare alcuni dei loro contributi con la speranza che in futuro i politici locali che si troveranno a prendere decisioni di gestione della fauna selvatica, ne tengano conto (tutti i documenti che ho citato sono disponibili on line e tanti altri contributi scientifici si possono reperire in rete). 
Se è vero che i voti di allevatori e cacciatori sono numerosi, i voti delle persone consapevoli che nessuno di noi può vivere a lungo in salute in un ecosistema stravolto nelle sue leggi naturali, dovrebbero esser molti di più.


Articolo de La Stampa con l'intervista a Mauro Corona
Status e gestione degli ungulati selvatici in Piemonte dell'Osservatorio regionale sulla fauna selvatica
Articolo di Repubblica sui lupi in pericolo
Conoscere il lupo del Parco Nazionale d'Abruzzo
Petizione per le dimissioni di U. Rossi, Presidente della Provincia di Trento
Fonte foto rimanenti: sito web Wwf.  
Cosa di può fare con il Wwf per proteggere il lupo
Cosa fare se si incontra un orso?
Cosa fare se si incontra un lupo?
Articolo del Corriere della Sera: l'uomo ha aggredito l'orso 
Articolo della Lav sull'annullamento piano abbattimento volpi in Toscana

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