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EDDIE THE EAGLE - Recensione film

 


"Eddie the eagle" è una commedia che ci fa sentire bene.
È un film ricco di messaggi positivi sul credere in se stessi, sul seguire i propri sogni, sul non arrendersi mai qualora si pensi di poter ottenere qualcosa, sul gioire dei risultati anche se non perfetti.

Michael Eddie Edwards - meglio conosciuto come Eddie The Eagle - è stato il primo saltatore di sci britannico alle Olimpiadi invernali di Calgary del 1988.

Il film racconta la storia vera di questo atleta che ha affrontato tante competizioni internazionali, che oggi ha una sessantina d'anni e che da bambino trascorse un anno in ospedale per un problema ortopedico.

Alcuni compagni lo canzonarono per il tutore al ginocchio, ma lui non lasciò che questo offuscasse la sua speranza di poter un giorno rappresentare la Gran Bretagna ai giochi olimpici.

Da ragazzo proverà a cimentarsi in tutti gli sport, senza mostrare però un particolare talento.

La madre continuerà ad incoraggiarlo; non importa quante battute d'arresto il figlio debba affrontare. Mentre il padre preferirebbe vederlo rinunciare.

Eddie scopre ad un certo punto che non esiste ancora una squadra britannica olimpionica nel salto con gli sci e quindi si presenta per la qualificazione.


Nonostante il Comitato Olimpico stesso tenti in tutti i modi di escluderlo e nonostante le prese in giro degli atleti degli altri Paesi che lo ritengono troppo in là con l'età per poter ancora migliorarsi, Eddie porta avanti tenacemente il proprio progetto.

Decide quindi di chiedere aiuto per la preparazione atletica a Bronson Peary, ex saltatore e campione, intento a sedare nell'alcol la consapevolezza di aver sprecato il proprio talento.

Eddie mette tanto impegno nell'allenamento, tanto coraggio nell'affrontare il trampolino e nulla riesce a smorzare il suo spirito, neanche le derisioni continue dei compagni o gli occhiali da vista che si appannano continuamente.

Si autofinanzia facendo tanti lavori faticosi e utilizza attrezzature di seconda mano, trovandosi ad indossare sei paia di calzettoni per poter calzare gli scarponi troppo grandi per lui.

Non gli importa vincere o arrivare ultimo; è felice nel momento in cui riesce a qualificarsi: sventola le braccia come le ali di un'aquila quando finalmente realizza il suo sogno e conquista con la sua pulita autenticità tutto il pubblico.

La fermezza che egli dimostra nel perseguire il suo sogno Olimpico può essere un importante esempio per tutti, a qualsiasi età.

 



Portare a termine un progetto richiede impegno, duro lavoro; a volte riusciremo ad atterrare sugli sci, a volte cadremo facendoci male, magari molto male.
Talvolta troveremo chi ci sostiene; altre volte verremo derisi e disprezzati dagli altri.

Ma se sapremo apportare cambiamenti al nostro progetto per renderlo il più possibile realistico e realizzabile, se sapremo rinunciare alla perfezione e puntare a ciò che veramente possiamo raggiungere, nel momento in cui otterremo l'obiettivo dopo tanto impegno e lavoro, quella soddisfazione sarà così grande da darci un senso in più per stare al mondo.

"Eddie the eagle" è un film che a mio parere, vale la pena vedere – a casa o a scuola – anche con i ragazzi dagli 11 anni in su.

Una volta visto il film, diventa interessante riflettere con gli adolescenti e i preadolescenti su come le persone si approfittino dell'apparente ingenuità di Eddie e di come i suoi valori alla fine trionfino.
È utile anche mettere in luce con loro le dinamiche che portano Bronson a rifugiarsi nell'alcolismo ed Eddie ad aiutarlo a smettere di bere.

L'attore Taron Egerton - celebre per "Kingsman" - trasmette perfettamente ciascuna emozione che il protagonista prova per ogni fallimento e per ogni trionfo.
La colonna sonora con canzoni anni '80, è da apprezzare.
Le scene di sky jumping sono emozionanti e bellissime da gustare per quanto concerne la fotografia.

La storia che il campione Eddie Edwards può raccontare è allora di ispirazione per tutti noi.

Guardando il film è impossibile non fare il tifo per lui.
Vincere o perdere quando arriva la competizione finale non ha più importanza: sai già che ha trovato un posto per se stesso nei libri di storia sulle Olimpiadi e questo è ciò che conta.

Il film ti intrattiene, ti illumina e ti lascia un sorriso sul viso; ti racconta una storia importante di una lotta dura e impegnativa, ma utilizzando una grande leggerezza che non può che motivarci ad affrontare le nostre paure e le nostre insicurezze.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Buona sera grazie per gli auguri che contraccambio...seguirò il suo consiglio guarderò volentieri il film grazie...saluti