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DANIEL KAHNEMAN: IL CONTRIBUTO DELLA PSICOLOGIA IN ECONOMIA

 


Abbiamo perso Daniel Kahneman, psicologo esperto in scienze cognitive ed economia; ma il rigore scientifico che egli ha saputo applicare alle scienze sociali e che gli è valso un premio Nobel, rimarrà sempre un fulgido esempio del modo in cui occorra approcciarsi allo studio della psicologia e alla sua applicazione in ricerca e in clinica.

Di origini israeliane, Daniel nasce nel 1934 e vive i primi anni della sua vita in Francia, ma a causa delle persecuzioni naziste, è presto costretto a trasferirsi con la famiglia a Tel Aviv.

Formatosi principalmente in psicologia della Gestalt (orientamento teorico secondo il quale ogni percezione si presenta all'esperienza come un tutto unico), consegue il Dottorato in Psicologia presso l'Università di Berkeley e successivamente incontrerà Amos Tversky - esperto in modellizzazione matematica - e i due inizieranno a collaborare insieme, arrivando ad elaborare la Teoria del Prospetto.

Grazie a questa teoria è stato possibile comprendere e prevedere la percezione da parte dell'essere umano, del valore delle cose.

Due variabili importanti che entrano in gioco nell'elaborazione del giudizio umano, sono le perdite e i guadagni: per compensare una perdita in denaro per esempio, dal punto di vista psicologico, avrò bisogno di guadagnare il doppio del valore.

Le aspettative poi giocano un ruolo fondamentale: se mi aspetto per esempio un buono da €100 e ricevo invece un coupon con 50 euro, lo vedrò come una perdita; se invece mi aspettavo di meno, considererò il buono un guadagno.

Quando si parla del valore delle cose entra in gioco anche la probabilità e il professor Kahneman ha dimostrato che quelle molto basse vengono da noi sopravvalutate (per esempio lo 0,1% lo consideriamo 1%), quelle medie sono sottovalutate (il 40% diventa 30% alla percezione) e quelle molto alte sono sopravvalutate (il 99% è come se fosse 100%).

Questi elementi teorici hanno poi delle ricadute applicative molto concrete: in questo caso per esempio, spiegano attraverso quale processo noi arriviamo a decidere o meno di sottoscrivere una polizza assicurativa.

I due professori lavorarono insieme dagli anni '70 all'elaborazione di questa teoria ed il Premio Nobel per l'Economia venne assegnato nel 2002 quando purtroppo Daniel Kahneman non lo poté più condividere con Amos Tversky, morto qualche anno prima.

Negli anni successivi il professor Kahneman si dedicò allo studio delle emozioni, variabile centrale nei suoi studi, che in un primo tempo aveva messo da parte.
Questo perché - come egli stesso ha poi spiegato - in ricerca scientifica occorre dedicarsi agli argomenti più popolari per poter ottenere finanziamenti (cosa che nel mio piccolo ho potuto constatare anch'io cercando finanziamenti per i miei studi sperimentali) e far carriera e perché poi le tematiche da esplorare dipendono anche dalle tecniche di indagine che si possono utilizzare in quel momento.

In questi ultimi anni, Kahneman - professore emerito alla Princeton University - si dedicò anche alla scoperta e alla definizione degli automatismi mentali che ci portano a fare scelte spesso inconsapevoli.

Addio a Daniel Kahneman - psicologo, Premio Nobel per l'Economia.

Concludo con queste sue parole:

"Di fatto non prendiamo decisioni
sulla base delle esperienze
che abbiamo vissuto,
ma sulla base dei ricordi che abbiamo
di quelle esperienze".

Grazie Kahneman!

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Fonti: articolo di R.Viale sul quotidiano Corriere della Sera del 28/03/2024 e studio personale

Foto: stralcio articolo; wikimedia; Vanity Fair per gentile concessione di Barbara Tversky

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