Vi porto la testimonianza di un ragazzo che, a causa della sua dipendenza dall'eroina, ha vissuto come senzatetto e che ora, dopo 11 anni dalla disintossicazione, ha deciso di condividere la sua storia.
Vive negli Stati Uniti e ha accettato di rispondere pubblicamente alle mie domande, raccontando brevemente il suo percorso ed evitando di condividere dati sensibili. Ho tradotto le nostre parole e la voce che sentirete non è la sua.
Credo che la sua storia sia una testimonianza di speranza e di rinascita, un monito sui pericoli dell'eroina e del fentanil e un invito alla riflessione per tutti noi - anche per i ragazzi e per i genitori.
Condividiamo innanzitutto alcune informazioni per capire meglio. Il papaver somniferum, da cui si estrae l'oppio, precursore dell'eroina, è una pianta conosciuta fin dai tempi antichi, ma è solo in epoca moderna che l'eroina è stata sintetizzata, diventando una delle droghe più devastanti della storia.
L'oppio, da cui deriva l'eroina, era già noto ai Sumeri e agli antichi Greci.
Nel 1874, in Inghilterra, l'eroina fu sintetizzata per la prima volta in laboratorio. Questa sostanza, inizialmente utilizzata in ambito medico, si è presto rivelata altamente pericolosa e con un elevato potenziale di dipendenza.
L'uso prolungato di eroina porta nel tempo a una grave assuefazione, sia fisica che psicologica: la sostanza diminuisce o perde di efficacia e si instaura la dipendenza che può portare il soggetto ad aumentarne la dose o a provare un principio attivo più potente.
Le tossicomanie oppiacee si manifestano con un quadro clinico preoccupante: dimagrimento, pallore, stipsi, inappetenza, riduzione della libido, amenorrea (assenza del ciclo mestruale), prurito, parestesie (formicolii e alterazioni della sensibilità) e tremori.
A livello psicologico, si riscontrano: torpore, lentezza, inaridimento della vita affettiva, impoverimento della volontà, degradazione morale e, in alcuni casi, manifestazioni deliranti e allucinatorie.
L'assunzione può avvenire attraverso diverse vie, ma quella endovenosa, come nel caso del nostro testimone, è particolarmente pericolosa e porta a un rapido decadimento psicofisico e a crisi di astinenza dolorose.
Il nostro testimone ha vissuto anni sulla strada, con la sua cagnetta e uno zaino contenente poche cose: libri, cibo per l'animale e un cambio di vestiti.
Il 3 dicembre di undici anni fa, ha preso la decisione di cambiare la sua vita, abbandonando l'eroina. Da allora, la sua esistenza è cambiata in meglio, dimostrando che la rinascita è possibile. Spiega che è molto lontano da dove era, ma non è ancora dove vorrebbe essere e che "progresso" è per lui la parola chiave.
Ecco le mie domande con le relative risposte.
- Quante volte prima di quel 3 dicembre hai provato a smettere e hai fallito?
- Avevo fatto due tentativi di trattamento in precedenza. Una volta sono durato 4 mesi e la seconda volta poco meno di 9 mesi.
- Cosa ti ha spinto a riprovarci?
- Qualcosa di travolgente è scattato nella mia testa quella mattina ed ero pronto a non sentirmi più un miserabile. È molto più complesso di così, ma ho provato a riassumere.
- E qual è stato, secondo te, l'errore di giudizio che ti ha fatto cadere nella dipendenza?
- Sono cresciuto con genitori con dipendenze attive, quindi sapevo che non dovevo scherzare con le droghe. Tuttavia, immagino di aver dovuto affrontare problemi da giovane e mi sono rivolto alle droghe per cercare di gestirli. Ho iniziato con alcol, marijuana e pillole e alla fine sono passato all'eroina.
- Cosa diresti oggi a un ragazzo che vorrebbe provare l'eroina?
- Prima di tutto, se qualcuno stesse pensando di provare l'eroina, farei l'ovvio e gli chiederei di non farlo. Sfortunatamente, ai giorni nostri la maggior parte delle droghe è tagliata con il fentanil, che è estremamente pericoloso e ha causato un'enorme mortalità in tutto il mondo, almeno negli ultimi 8 anni. È come giocare con una pistola carica e le probabilità sono contro di te. Finirai per diventare dipendente o morto, prima o poi.
- Grazie per la tua risposta e congratulazioni per il tuo successo! Oggi diciamo ai ragazzi che non è vero che marijuana e alcol possono portare all'eroina nel tempo... e invece è esattamente quello che è successo a te.
È importante sottolineare che il testimone, nonostante avesse visto gli effetti devastanti della droga nella sua famiglia, ha cercato rifugio proprio in essa per affrontare i problemi.
Questo evidenzia come, in molti casi, la mancanza di supporto possa portare i giovani a ripetere gli errori dei loro genitori, errori che hanno patito per primi. Questo perché quando si hanno dei problemi e non si vedono alternative, si ricorre alle stesse modalità disfunzionali osservate in famiglia per farvi fronte.
Il testimone, dopo un percorso di disintossicazione strutturato, ha iniziato una psicoterapia che l'ha aiutato, spiega, a scavare in profondità e trovare altre ragioni ancora per rimanere pulito.
Dice che inizialmente il recupero è stato molto difficile e sembrava impossibile, poi gradualmente, col tempo, è diventato più facile.
Racconta che una parte importante del lavoro di disintossicazione è celebrare i successi degli altri pazienti. Questo dà forza.
Chiarisce: Lavorare con altre persone che si trovano nella stessa posizione in cui mi trovavo io è una benedizione e mi dà un altro motivo per rimanere pulito. E aggiunge: Ho i miei giorni in cui le cose sono difficili e penso alla droga. Ma non è più una cosa quotidiana per me e ora ho strumenti e persone a cui posso appoggiarmi quando ho quei giorni.
Aggiungo qualche informazione anche sul fentanil. Si tratta di un oppioide sintetico, circa 50-100 volte più potente della morfina. A causa del suo basso costo di produzione, viene spesso venduto illegalmente come sostituto dell'eroina, esponendo i consumatori a un rischio ancora maggiore di overdose.
Anche il fentanil crea una forte dipendenza, con sintomi di astinenza simili a quelli dell'eroina, ma spesso più intensi. La combinazione di fentanil con altre sostanze - in particolare l'eroina - aumenta esponenzialmente il rischio di overdose.
I Servizi per le Dipendenze (Serd) sono strutture pubbliche che offrono servizi per la cura e la riabilitazione dalle dipendenze.
L'approccio multidisciplinare al Disturbo prevede la collaborazione di diverse figure professionali, tra cui medici, psicologi, assistenti sociali ed educatori professionali.
La psicoterapia è una componente essenziale del percorso di recupero e può essere intrapresa sia nel settore pubblico che in quello privato, ma è consigliabile attendere la stabilizzazione del paziente. La psicoterapia permette poi di esplorare le cause profonde della dipendenza, prevenire le ricadute e ricostruire una vita sana.
Lavorando con i ragazzi in terapia, con l'esperienza, mi sono convinta che sia un errore comune sottovalutare i rischi dell'uso di sostanze come alcol e marijuana, specialmente tra i giovani.
La storia del nostro testimone dimostra che queste sostanze possono rappresentare un pericoloso punto di partenza per dipendenze più gravi. Questo perchè col tempo si prende confidenza con ciò che prima spaventava, si sperimentano i benefici, si sviluppa una dipendenza che presto conduce all'assuefazione e quindi alla necessità di cercare un effetto più forte, si inizia a frequentare un certo ambiente e ci si convince che il divertimento o anche il semplice stare al mondo, non è più possibile senza sballo. Ovviamente le statistiche ci dicono che non tutti intraprendono questo percorso, ma il rischio è tangibile.
Diviene dunque fondamentale informare i giovani e i genitori sui rischi reali delle droghe e fornire un supporto adeguato a coloro che vivono in contesti familiari difficili. La storia del nostro testimone è un monito sui pericoli dell'eroina e del fentanil e un invito alla consapevolezza.
È fondamentale comprendere che la dipendenza è una malattia complessa, che richiede un approccio multidisciplinare e un sostegno costante.
Il percorso di recupero è spesso difficile e pieno di ostacoli, come dimostrano i due tentativi falliti del nostro testimone prima di raggiungere gli 11 anni di disintossicazione. Egli stesso ha ammesso di essersi ridotto - schiavo dell'eroina - a una condizione di miseria, ma ha trovato la forza di cambiare, dimostrando che la rinascita è possibile.
Anche quando si prova e non si riesce, occorre non scoraggiarsi e riprovare, così come ha fatto il testimone - per ben tre volte - prima di raggiungere un risultato stabile nel tempo.
Se state lottando contro la dipendenza da eroina o se conoscete qualcuno in questa situazione, sappiate allora che non siete soli. Esistono percorsi di guarigione che han dimostrato scientificamente la loro efficacia, persone che si trovano in una situazione simile alla vostra ed esperti capaci di aiutarvi. La speranza è concreta e le risorse sono accessibili a tutti. Lasciate che quella cosa che è scattata nella vostra testa e che vi ha portato a questa pagina, si traduca in un gesto concreto, come è stato per il nostro testimone.
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